2003
Francesco Abbate

Collana Zétema (Edizioni La Bautta, Matera)

La pubblicazione raccoglie i risultati di una ricerca compiuta dalla Fondazione Zétema e affidata al prof. Francesco Abbate (professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Lecce) e alla responsabilità scientifica del prof. Michele D’Elia. L’attività di ricerca è durata circa quattro anni e si è focalizzata sull’età del Rinascimento in Basilicata, comprendente anche la fase precedente che riguarda la cultura tardo-gotica. Il Rinascimento resta una delle realtà artistiche meno studiate del Sud, a differenza dell’epoca romanica e federiciana (le epoche più frequentate dagli studi riguardanti Puglia e Basilicata) e del Sei-Settecento, che ha goduto dell’effetto “trascinamento” per essere sostanzialmente a rimorchio della produzione artistica della capitale Napoli. Il lavoro rappresenta, pertanto, un qualificante tassello per meglio conoscere le testimonianze rinascimentali meridionali.

Lo studio documenta un inedito patrimonio culturale smentendo l’antica e frettolosa ipotesi secondo cui la Basilicata, “zona selvaggia e periferica”, sia stata, anche in quegli anni (dalla fine del 1300 agli inizi del 1500), un territorio inerte, privo di vivacità e di fermenti creativi, una terra primordiale senza tempo e senza storia, che in campo storico-artistico avrebbe prodotto unicamente manufatti artigianali, di quasi esclusivo interesse demo-antropologico.

Qui si dimostra, viceversa, che sussistono testimonianze notevoli di quel periodo (e non soltanto) della storia dell’arte italiana. In particolare la regione lucana non fu un’area territoriale autarchica e indifferente ai circuiti culturali del tempo, anzi la sua posizione di snodo favorì rapporti e confluenze con i flussi culturali provenienti dal Tirreno e dall’Adriatico.
Nonostante le terribili devastazioni subite dal Mezzogiorno d’Italia durante le interminabili guerre di successione al trono degli Angiò, concluse agli inizi del 1500 con la conquista del regno da parte degli Spagnoli, la Basilicata conserva tutt’ora, di quel periodo, un patrimonio storico-artistico notevole per qualità e quantità. Basti pensare agli splendidi polittici, alle maestose pale d’altare, alla serie di Madonne e Crocifissi disseminati fra chiese e conventi delle province di Matera e Potenza; non meno importante la serie di affreschi disseminati tra Miglionico, Matera, Tursi, Senise, Lavello, Calciano, altrettanto indispensabili per la comprensione delle vicende artistiche di questo momento nell’area lucana.
La pubblicazione comprende un’ampia relazione espositiva ed interpretativa redatta dal prof. Francesco Abbate e quindi la analitica esposizione critica del notevole patrimonio censito e studiato, attraverso schede redatte dalle ricercatrici Antonella Cuciniello (indagine storica, profili degli autori, opere di pittura e di arti minori) e Rita Bianco (scultura).